un metro in più di cielo da percorrere poi in caduta libera

E capita di socchiudere gli occhi ad un ricordo vivo , cercare il sorriso delle cose belle vissute e passate…  mentre mi lasciavi in un pomeriggio di un inverno ormai sull’orlo della primavera , stringendomi nei tuoi abbracci accoglienti e bellissimi, mentre mi dicevi che era finita e saliva il desiderio di corpi che stanno bene insieme, in quel momento dove le parole stentate di un inizio sono diventati torrenti in piena poi, e la situazione era la commedia dell’assurdo.. lì ho capito quanto ci tenevo a te, e lì ho capito che mi saresti mancato tanto, che mi sarebbe mancata la possibilità di viverti a pieno e di farmi vivere a pieno, lì.. ho lasciato che le cose andassero per la loro strada, quella che tu avevi deciso, e che io avevo già pensato.. era inutile continuare così, ogni giorno sarebbe stato un metro in più di cielo da percorrere poi in caduta libera, ogni parola una pugnalata, e così per preservare l’un l’altro dal dolore  era questa l’unica via da percorrere.. ho accettato di buon grado, non posso  farci niente, non avrei potuto trattenerti con la forza, perché poi saresti stato peggio e si sarebbe rovinato quello che è stato.. la dolcezza che  mi hai regalato in questi mesi, la bellezza delle cose vere, anche se difficili,.. e non posso non  rivederti la prima sera che siamo usciti a cena, nell’imbarazzo del non conoscersi e nella netta convinzione di volersi… la prima volta che sei salito a casa mia seminando i vestiti come briciole di pane come a lasciare segni per non perdersi,  abbiamo percorso il corridoio, abbiamo invaso la camera, abbiamo ribaltato le lenzuola, riso e scherzato.. forse ci siamo dati  senza freni.. senza limiti. E sorrido delle cavolate, delle cene insieme, dei pranzi e dei caffè.. dei mille discorsi.. e del nostro dire… quel passo indietro per salvare la pelle l’ho sempre fatto.. ma ogni volta che mi chiedi come sto e come va.. la mia risposta sarebbe un semplice “mi manchi” , che non ti dirò mai, perchè so che alla fine tu stai peggio di me, perchè dentro te ci sono le guerre puniche.. combatti e combatte la tua anima tra l’essere , il pensare e il sentire.. e non sai cosa puoi volere, tutto o niente… io infondo non posso  che accettare il fatto che tu non mi vuoi. Il sorriso  quello che ho conosciuto quando eri solo con me, non quello in mezzo alla gente, mi piace pensarlo, tutto ciò che non è stato e poteva essere, non mi piace nemmeno pensarlo.. non sogno non ne sono capace.. ma c’è un po’ di magia che ci ha attraversato, anche solo per pochi istanti,  anche solo per il tempo del consumarsi di una candela… lì era speciale …  e come potrei non volerti dire mi manchi, alle cose belle si rinuncia a fatica….la cosa giusta al momento sbagliato, questo siamo stati..  lo dici sempre…  ma qui lo dico che mi manchi e che vorrei venirti a cercare, vorrei il tempo con te,  tu nel mio letto che dormi con la luce accesa, tu, le tue braccia il tuo petto,  la tua bocca, tu per ciò che sei stato, con lo slancio dei primi momenti vissuti con un po’ più di incoscienza,  qui lo dico mi manchi!

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Un commento su “un metro in più di cielo da percorrere poi in caduta libera”

  1. al secondo post che leggo.. mi ritrovo in questo pezzo, enormemente. C’è una donna che sta provando le medesime cose…

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