A volte mi tornano alla mente ricordi, persone … Passano così veloci gli anni , anche se ci sembrano eterni mentre li viviamo, ma poi ti volti e puff.. sono volati… portandosi dietro di tutto sorrisi, emozioni, battiti di cuore e di ali di farfalla , un sorriso mi si staglia sul volto, che bello che eri .. chissa’ dove sei adesso ..era tutto diverso .. ancora ci credevo alle emozioni, ancora cedevo e mi lasciavo travolgere, ancora sentivo il dolore per un no e la gioia immensa per un si .. ancora accettavo le sfide..giocavo le mie carte… era bello ..eri bello, mi avevi ammaliato con uno sguardo mentre eri seduto in quel “solito posto” , l’unica persona interessante della serata, e quando ti sei presentato davanti a me, ancora mi ricordo di aver sbattuto più volte le ciglia per vedere se eri lì davvero, non capivo nemmeno il tuo nome, ma infondo ci eravamo capiti al volo, anime con ferite profonde ancora troppo doloranti e recenti, forse, ci siamo rincorsi e sfuggiti per un po’ , ci siamo incontrati e anche scontrati… e poi ..boh ..passa il tempo si fanno scelte, i posti, chiudono, aprono .. si va , si torna … e niente ..via dai social, e poi svanito dai contatti watsupp, … ma quanti casini avrai combinato mai, ti venivano bene,cazzo ..benissimo… ne combinavi a tonnellate, ovunque.. però eri una simpatica canaglia.. .. beh mi piacerebbe rivederti, siamo lontani, ma un giorno magari… e farci una risata… follie.. il tempo passa.. davvero.. passa inesorabile…
smontata e rimontata a caso…
la disillusione mi porta a vivere nella realtà a 360 gradi, anche se la mia indole è sempre stata un altra , è sempre stata quella delle favole; ma un bel giorno ho smesso di crederci, ho smesso il giorno in cui ho capito che le ho sempre cercate nel posto sbagliato, nelle persone sbagliate. Da quel giorno ho iniziato a vivere qui , ora, sulle mie gambe, e sui miei passi, ho accettato di essere, a volte , spesso , fuori dal coro con le mie idee, con i miei modi e le mie convinzioni, ho accettato di non essere compresa, perché infondo sono così, come una bambola smontata e rimontata un po’ a caso; e ho pensieri, e modi poco comprensibili e accettabili forse dal pensiero comune, più uomo che donna nelle congetture, nell’affrontare certe situazioni, nel modo di vedere e intendere le situazioni a volte anche le relazioni, incline alla follia, quella intesa nel senso buono, quella che non esclude niente, che è capace di farmi inventare qualsiasi cosa per fare una sorpresa, quella che mi fa dire “perché no”, e quella per cui niente è impossibile, la follia che ti mette addosso quell’adrenalina meravigliosa, che ti apre la mente e ti fa rimbalzare tra terra e cielo, ecco e se di me si dice che sono strana… pazienza, me ne sono fatta una ragione , io.. e gli altri, se la faranno e se così non è pazienza.. non cerco l’approvazione , non più , per troppo tempo l’ho fatto e ora, rido di me e di quella che sono , e per chi non arriva nemmeno a comprendere… mi spiace non so dare spiegazioni, solo fatti e poche parole…
l’alba non è una cosa da vivere da soli
ci sono albe che avrei voluto guardare da dietro la tua schiena, mentre il tuo respiro si faceva più forte e meno regolare, mentre il giorno stava per arrivare, ma quel tempo non era concesso, l’alba ci trovava sulla porta, l’alba ci accompagnava per strada. L’alba non ha senso vista da soli, è solo un momento di malinconia, un ora in cui è normale dormire, per non pensare, è l’ora del mascara che cola quando rientri da una notte di giri e locali, e degli occhi che si aprono a fatica quando sei costretto a partire presto.. è innaturale farsi sorprendere svegli , non serve se non hai un paio di braccia grandi in cui rifugiarsi, fa incazzare quando per sbaglio la sfiori e potresti ancora dormire, l’alba non è clemente con chi ha il cuore sensibile, lo aggredisce.. ..l’alba è stronza ti risveglia sogni mancati, gesti perduti, l’alba fa rumore nell’anima e scuote i ricordi, ti riporta a chi non puoi chiamare, a chi non vuoi, ai baci negati, a quelli mancati a quelli rifiutati… l’alba non è cosa da vivere da soli… e quando rientro appena prima di quell’ora, chiudo le imposte che non passi, mi illudo che sia ancora notte, mi illudo che sia ancora possibile sognare… mi illudo che ci sia tempo, tutto il tempo per vagare protetta dal buio della notte sotto lo sguardo benevole della luna…
ma perché un blog?
un mio caro amico mi ha chiesto ma perché questo blog? a che ti serve?.. domanda eccellente , soprattutto perché pensare la risposta mi ha aiutato a capire la necessità impellente di questa cosa…
In realtà l’esigenza di una casa mia (il mio nuovo blog) , è stata quella di smettere di vivere in affitto ( il mio vecchio blog) comprare una casetta di proprietà.. perché l’appartamento che avevo prima ormai era stretto e nel condominio non c’era più la bella atmosfera di anni fa, e io avevo bisogno di mettere in salvo le mie cose, le mie parole, le mie emozioni, un trascorso che a rileggerlo mentre lo preparo per metterlo qui, mi fa rivivere tante cose …
ma perché un blog?
torno alla domanda iniziale e fondamentale.. il mio blog è nato in un momento in cui non potevo e non sapevo nemmeno parlare, in cui vivevo nel caos in un tumulto totale, non sapevo nemmeno più chi ero, non sapevo dove andavo, i miei passi erano incerti e a caso, 10 avanti e 7 indietro, confondevo strade e luoghi, parole e sentimenti, e per porre rimedio a tutti quei pensieri che avevo in testa per fermarli per razionalizzarli e guardarli in faccia, riconoscerli magari e poi imparare a gestirli, ho iniziato a scrivere e non ho più smesso, ho rallentato, ho faticato, ma ho sempre usato le parole e il rumore delle dita sulla tastiera per guardare , fotografare e metabolizzare ciò che l’anima e la mente sentono, ho imparato poi a parlare, e a dire, e a raccontare tante storie , adesso non mi manca la voce, anche se a volte taccio , quando vedo che la mia voce non è ascoltata , quando vedo che ciò che dico non interessa …. taccio e me ne vado un po’ più lontano e poi magari scrivo ancora; E’ stato un modo per sopravvivere a tutta quella rivoluzione , un modo per capire come ero, come volevo diventare e come sono diventata… non mi sento arrivata.. perché non sono nata per essere ferma, sono una persona sempre in movimento, la mia anima vaga , si evolve, cambia, così come i miei pensieri, perché la vita è questo continuo reinventarsi, soprattutto se non ci accontentiamo di sopravvivere , ma se il nostro intento è vivere.. e io voglio VIVERE …. Solo chi si avvicina a me e mi osserva con attenzione e non si limita a guardarmi da fuori, potrà cogliere la vera essenza, solo chi è in grado di ascoltarmi e di guardarmi negli occhi, si accorgerà di cosa c’è oltre il mascara e i tacchi alti, e solo chi si sofferma con la voglia di esserci, potrà godere di me per intero.. perché l’unica cosa che faccio sempre è che quando non mi sento “voluta”.. io non sto ad implorare e a imporre la mia presenza.. me ne vado… !
Un blog è un diario di viaggio, la voce dei pensieri, la presa di coscienza di se, un luogo dove non devi scusarti di essere triste o allegra, dove puoi piangere per ore e ripetere sempre le stesse cose e dove puoi ridere da sola, immaginare e vivere… un luogo che sembra che non esista ma che invece poi è il più reale dei posti….è la parte più vera di te!
.. Finalmente casa nuova
Ho traslocato!
E’ arrivato il giorno, dopo undici lunghi anni, ho fatto le valige un po’ di fretta , con la smania di arrivare in questa nuova casa.
L’ho appena comprata e per la voglia di venire a starci ancora non ho provveduto a metterci mobili e suppelletteli, ci sono io , il bianco delle pareti, con solo una leggera sfumatura di rosa, le mie valige chiuse , da aprire piano piano, sono piene di sogni, di sogni sognati e vissuti in tanti anni; milioni di parole ancora chiuse in attesa di essere messe dinuovo in fila una per una, per ricostruire la mia vita, quella che io ho scelto ormai tanti anni fa, quella che io volevo.. quella che ha dato respiro alle mie emozioni, che mi ha fatto prendere il coraggio di salire su un paio di tacchi e guardare il mondo da un punto più alto, quella vita del “secondo giro” , quella dove io mi sono sentita me, per davvero , dove mi sono liberata di quella ragazza/donna che era il frutto di ciò che gli altri si aspettavano da me, e non assomigliava nemmeno un po’ a quella che stava dentro di me, quella vita che è esplosa come se avessi dato un calcio e ribaltato un tavolo, con la stessa forza, con la stessa determinazione , consapevole del guaio fatto, dei cocci rotti, delle sgridate, ma anche consapevole che tutto può tornare a posto, ma in modo diverso, tutto con un altro ordine, con tanta fatica, sofferenza , ma con la certezza che questa era la via., e la via è.. amo questa me , posso ancora migliorare, ma quando mi guardo allo specchio adesso sono serena e soddisfatta di quella figura che vedo, che conosco ,e anche se il mio occhio e la mia indole critica e intransigente solo verso me stessa, mi porta a dirmi che questo o quello non va, poi in fin dei conti mi faccio l’occhiolino e sorrido compiaciuta.
Ho portato tutto con me, lacrime e risate, amori , delusioni, gioie, disperazioni .. insomma tutto.. e da QUI RICOMINCIO.. questo fiume di pensieri e emozioni che dentro stanno strette e sentono la necessità di vagare nel mondo..
e poi ecco dinuovo il rumore delle dita sulla tastiera che a volte è bisogno, smania, desiderio, cura e malattia…. !!
Signorina!
sarei rimasta
ci sono parole che restano nella mente ” e ora? sparisci anche te ?” e ci sono gesti che si fissano nel vuoto .. un bacio regalato e ricambiato mentre ti avvii verso il sonno ed io verso casa, e ci sono orde di pensieri che hanno affollato la mia mente , richieste che non hai fatto e che non ho voluto assecondare, parole che non hai detto e che non ti ho fatto dire e così senza quelle parole come se un bel po’ di mesi fossero solo ieri, così ancora una volta, per cosa poi non lo so , ma avevo bisogno di quel tuo essere, della tua pelle e delle tue mani, avevo bisogno e voglia non lo so di vedere cosa c’era in te, non ti ho detto una parola era tardi, era un incastro tra stanchezza e ferie , ma tra le tue braccia volevo stare , tra le tue… una volta ancora forse come a cercare una parola che non c’era, non ho conservato nessun rancore , nessun dolore, ormai sono anestetizzata , non cerco spiegazioni e faccio cadere ciò che non riesce a volare, mi abituo alle assenze dopo le belle presenze, mi abituo a non far caso .. sorvolo su parole e sguardi, purtroppo sono ancora in grado di vedere e leggere tra le righe delle parole non dette, di capire , di interpretare i gesti e dar loro il significato, di cogliere le sfumature, ma tutto ciò lo faccio dietro ad un vetro antiproiettile, non passa nulla, non passa… arriva tutto lì ad un passo dal cuore e si ferma, non si può far avvicinare farebbe male, e si evita che possa far anche del bene.. è l’abitudine a salvare la pelle.. adesso da un po’ è così… e non mi fido se non mi si chiede, e non faccio se non si fa.. nelle tue mani, in quelle mani sarei rimasta, ancora, e avrei voluto vedere quel bene che da lontano si intravede, che dai tuoi sguardi sfugge quando li distogli, avrei voluto vivere e ridere e correre e condividere, mescolare le vite per alleggerire i pesi e godere delle gioie ma non ho avuto la forza di prenderti a muso duro e dirti.. che cazzo fai? che cazzo vuoi dalla mia vita?.. e così.. mi sono allontanata da tutto ciò.. ho fatto in modo che diventasse quello che hai scelto fosse , un incontro scontro a fine serata… niente più… niente.. e quel bene riposto nel cassetto, chiuso bene e se non ti scrivo non è che non ti penso e se non mi senti non è che non ti penso, perché i pensieri non fanno rumore, i pensieri non lasciano traccia; ho lasciato che piano i silenzi fossero la normalità.. e svanissi come sei apparso.. e ti lascio lì nelle foto di watsupp che ogni tanto mi passano sottomano, nei messaggi che ogni tanto mi vengono in mente, nelle note che quando vado a camminare si infilano nelle cuffie e sotto la pelle… ti ho messo via..
finchè forse tutto sbiadirà
come in un film dalle atmosfere sfuocate di un tramonto ormai esaurito di un’estate ancora piena, si consumano le scene che nascono dalla malinconia profonda delle cose che non comprendo, che non voglio immaginare, e riappari, dopo un bel po’ di mesi e giorni di silenzi, rotti solo da qualche convenevole e qualche tentativo di riallacciare una confidenza diversa; appari e fingi di non vedermi, reggo il gioco a fatica, so che sai dove sono, che mi vedi e mi guardi mentre non guardo, il mio istinto mi avrebbe portato ad alzarmi di corsa dalla sedia , correrti incontro sui miei tacchi alti e precari , saltarti al collo per chiederti come stai, magari stringerti e darti un bacio, ma l’istinto si sa, ha un grande nemico, si chiama orgoglio, e l’orgoglio mi ha tenuto ferma incollata alla mia sedia, in preda alla sottile sofferenza nata da questa lotta impari che divorava la mia anima, facendo trascorrere minuti e sorrisi, e lasciandoti andare, mentre ripeto come un mantra a me stessa che non mi posso voler male, ma infondo penso che ti voglio bene e mi rode questo, mi rodono come sempre le parole non dette, le cose non spiegate e non capite, quelle immaginate e costruite su castelli di fantasie.. e mentre cala la notte ad avvolgere i pensieri , appare la luna, a farmi pensare .. e resto così muta nelle mie conclusioni, con il dubbio ed il timore di non poter controllare ciò che poi vorrei dire, resisto come un audace atto di forza.. finchè… non so, finchè sarà così.. forse fino a quando sbiadirà tutto risucchiato dal tempo … e si scriveranno altre storie , altre parole , altre senzazioni.. finchè sarà tutto sbiadito, dimenticato sepolto in un pezzo di vita, questa vita che corre veloce, forse anche troppo… che passa come gli alberi ai lati delle strade , non ricorderò più nemmeno gli occhi, i gesti i respiri .. sarò lontano..
nel silenzio me ne vado… mentre mi lasci andare
piano mi uccidi, non parli, non dici, aspetti che dica , parli e chieda al posto tuo.. ma no, io no, non posso più, non ce la faccio, troppe e troppe volte ho suicidato la mia anima per le altre, mi sento ferita come una farfalla senza un ala che non vola più, se ci sono e resto qui, comprendi che voglio starci e voglio solo essere certa che tu mi ci voglia, elemosina di parole, elemosina di sguardi, di gesti.. ho giurato di non chiederne mai più; la mia vita è piena e ricolma di affetti ed eventi, io sono pronta a accogliere chi a questa vita porta un valore aggiunto, qualcosa in più che sovrasti ciò che c’è ; ma non sono pronta a annientarmi , dinuovo no. Sublimazioni si , complicazioni no… gestire il mio tempo insieme a quello dell’altro per poterlo condividere e moltiplicarne il valore in due, non stare lì a guardare cosa accade, mettere le parole sulle labbra di chi si ha difronte.. sembrano forzature e passi imposti… io sono pronta sempre a squarciare la mia pelle per prendere il cuore in mano e mostrarlo, solo che con il tempo prendo un po’ più di tempo per aprire questa pellaccia dura perché è più faticoso squarciare dove ci sono ferite spesse e ricucite con filo grosso.. e poi quando non trovo altre mani e altri cuori pronti a mostrarsi .. mi fermo..il sangue che esce è meno, è poco.. non ho più quel bisogno che a volte esiste di colmare i vuoti, ho smesso di soffrire di solitudine da quando mi faccio compagnia da sola, da quando mi amo un po’ di più… adesso vorrei solo potermi permettere di esplodere in colori e sorrisi e felicità.. ma se così non è.. diventa solo un gratuito dolore… e finisce che sto ferma a guardare chi mi trasforma da vittima in carnefice, glielo lascio fare con la convinzione di avere ragione, mi chiudo nel mio silenzio, cambio strada, con dispiacere forse , ma con la consapevolezza che ogni passo in più percorso sarebbe un gradino verso il basso.. potevi essere tutto, potevi essere di più.. ma forse non lo vuoi , ne da me ne da nessuno.. e io così .. io così non lo voglio e non lo so e non potrò mai saperlo…. suicido il sentimento al nascere per non morire ogni giorno un po’…