ci sono albe che avrei voluto guardare da dietro la tua schiena, mentre il tuo respiro si faceva più forte e meno regolare, mentre il giorno stava per arrivare, ma quel tempo non era concesso, l’alba ci trovava sulla porta, l’alba ci accompagnava per strada. L’alba non ha senso vista da soli, è solo un momento di malinconia, un ora in cui è normale dormire, per non pensare, è l’ora del mascara che cola quando rientri da una notte di giri e locali, e degli occhi che si aprono a fatica quando sei costretto a partire presto.. è innaturale farsi sorprendere svegli , non serve se non hai un paio di braccia grandi in cui rifugiarsi, fa incazzare quando per sbaglio la sfiori e potresti ancora dormire, l’alba non è clemente con chi ha il cuore sensibile, lo aggredisce.. ..l’alba è stronza ti risveglia sogni mancati, gesti perduti, l’alba fa rumore nell’anima e scuote i ricordi, ti riporta a chi non puoi chiamare, a chi non vuoi, ai baci negati, a quelli mancati a quelli rifiutati… l’alba non è cosa da vivere da soli… e quando rientro appena prima di quell’ora, chiudo le imposte che non passi, mi illudo che sia ancora notte, mi illudo che sia ancora possibile sognare… mi illudo che ci sia tempo, tutto il tempo per vagare protetta dal buio della notte sotto lo sguardo benevole della luna…
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sarei rimasta
ci sono parole che restano nella mente ” e ora? sparisci anche te ?” e ci sono gesti che si fissano nel vuoto .. un bacio regalato e ricambiato mentre ti avvii verso il sonno ed io verso casa, e ci sono orde di pensieri che hanno affollato la mia mente , richieste che non hai fatto e che non ho voluto assecondare, parole che non hai detto e che non ti ho fatto dire e così senza quelle parole come se un bel po’ di mesi fossero solo ieri, così ancora una volta, per cosa poi non lo so , ma avevo bisogno di quel tuo essere, della tua pelle e delle tue mani, avevo bisogno e voglia non lo so di vedere cosa c’era in te, non ti ho detto una parola era tardi, era un incastro tra stanchezza e ferie , ma tra le tue braccia volevo stare , tra le tue… una volta ancora forse come a cercare una parola che non c’era, non ho conservato nessun rancore , nessun dolore, ormai sono anestetizzata , non cerco spiegazioni e faccio cadere ciò che non riesce a volare, mi abituo alle assenze dopo le belle presenze, mi abituo a non far caso .. sorvolo su parole e sguardi, purtroppo sono ancora in grado di vedere e leggere tra le righe delle parole non dette, di capire , di interpretare i gesti e dar loro il significato, di cogliere le sfumature, ma tutto ciò lo faccio dietro ad un vetro antiproiettile, non passa nulla, non passa… arriva tutto lì ad un passo dal cuore e si ferma, non si può far avvicinare farebbe male, e si evita che possa far anche del bene.. è l’abitudine a salvare la pelle.. adesso da un po’ è così… e non mi fido se non mi si chiede, e non faccio se non si fa.. nelle tue mani, in quelle mani sarei rimasta, ancora, e avrei voluto vedere quel bene che da lontano si intravede, che dai tuoi sguardi sfugge quando li distogli, avrei voluto vivere e ridere e correre e condividere, mescolare le vite per alleggerire i pesi e godere delle gioie ma non ho avuto la forza di prenderti a muso duro e dirti.. che cazzo fai? che cazzo vuoi dalla mia vita?.. e così.. mi sono allontanata da tutto ciò.. ho fatto in modo che diventasse quello che hai scelto fosse , un incontro scontro a fine serata… niente più… niente.. e quel bene riposto nel cassetto, chiuso bene e se non ti scrivo non è che non ti penso e se non mi senti non è che non ti penso, perché i pensieri non fanno rumore, i pensieri non lasciano traccia; ho lasciato che piano i silenzi fossero la normalità.. e svanissi come sei apparso.. e ti lascio lì nelle foto di watsupp che ogni tanto mi passano sottomano, nei messaggi che ogni tanto mi vengono in mente, nelle note che quando vado a camminare si infilano nelle cuffie e sotto la pelle… ti ho messo via..
nel silenzio me ne vado… mentre mi lasci andare
piano mi uccidi, non parli, non dici, aspetti che dica , parli e chieda al posto tuo.. ma no, io no, non posso più, non ce la faccio, troppe e troppe volte ho suicidato la mia anima per le altre, mi sento ferita come una farfalla senza un ala che non vola più, se ci sono e resto qui, comprendi che voglio starci e voglio solo essere certa che tu mi ci voglia, elemosina di parole, elemosina di sguardi, di gesti.. ho giurato di non chiederne mai più; la mia vita è piena e ricolma di affetti ed eventi, io sono pronta a accogliere chi a questa vita porta un valore aggiunto, qualcosa in più che sovrasti ciò che c’è ; ma non sono pronta a annientarmi , dinuovo no. Sublimazioni si , complicazioni no… gestire il mio tempo insieme a quello dell’altro per poterlo condividere e moltiplicarne il valore in due, non stare lì a guardare cosa accade, mettere le parole sulle labbra di chi si ha difronte.. sembrano forzature e passi imposti… io sono pronta sempre a squarciare la mia pelle per prendere il cuore in mano e mostrarlo, solo che con il tempo prendo un po’ più di tempo per aprire questa pellaccia dura perché è più faticoso squarciare dove ci sono ferite spesse e ricucite con filo grosso.. e poi quando non trovo altre mani e altri cuori pronti a mostrarsi .. mi fermo..il sangue che esce è meno, è poco.. non ho più quel bisogno che a volte esiste di colmare i vuoti, ho smesso di soffrire di solitudine da quando mi faccio compagnia da sola, da quando mi amo un po’ di più… adesso vorrei solo potermi permettere di esplodere in colori e sorrisi e felicità.. ma se così non è.. diventa solo un gratuito dolore… e finisce che sto ferma a guardare chi mi trasforma da vittima in carnefice, glielo lascio fare con la convinzione di avere ragione, mi chiudo nel mio silenzio, cambio strada, con dispiacere forse , ma con la consapevolezza che ogni passo in più percorso sarebbe un gradino verso il basso.. potevi essere tutto, potevi essere di più.. ma forse non lo vuoi , ne da me ne da nessuno.. e io così .. io così non lo voglio e non lo so e non potrò mai saperlo…. suicido il sentimento al nascere per non morire ogni giorno un po’…